Nel 2008 e nel 2010 si sono svolte due campagne di scavo archeologico in località Frascone, frutto di accordi intercorsi tra il Comune di Nardò, il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento (Cattedra di Archeologia Subacquea) e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia.
Durante le due campagne di scavo, studenti e archeologi sono stati impegnati nelle attività di scavo e documentazione (redazione del giornale di scavo, schede di unità stratigrafica, esecuzione di rilievi topografici e di dettaglio, riprese video e fotografiche) e in quelle di laboratorio (classificazione, schedatura, disegno dei materiali archeologici), allestito presso i locali di Masseria Torrenova, all’interno del Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano.
Sono state anche effettuate ricognizioni archeologiche di superficie del territorio circostante il sito archeologico e prospezioni subacquee dei fondali antistanti il Parco di Porto Selvaggio, dell’area del relitto degli Scogli delle Tre Sorelle, lo scoglio di Punta Lea e il tratto di mare corrispondente al sito di Scalo di Furno a Porto Cesareo.
Gli scavi archeologici sono stati avviati con lo scopo di valutare la potenzialità archeologica del sito e di definirne tipologia e cronologia. Essi si inseriscono in una cornice più ampia di valorizzazione culturale e ambientale che da alcuni anni il Comune di Nardò sta portando avanti con successo all’interno del ‘Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio e della Palude del Capitano’, istituito nel 2006.
La località Frascone rappresenta il limite nord-occidentale del Parco e dell’area umida della Palude del Capitano. Si tratta di una zona fortemente interessata da fenomeni di carsismo marino, che hanno dato vita a piccole doline chiamate localmente ‘spunnulate’, colme di acqua salmastra. Il sito si caratterizza per la presenza di una piccola baia di forma semicircolare all’ingresso della quale, a qualche centinaio di metri di distanza, si staglia un isolotto di modeste dimensioni.
L’area oggetto di scavo era già nota da un punto di vista archeologico per la presenza di materiale ceramico rinvenuto in superficie nell’area immediatamente a sud della baia, per la presenza lungo la costa di segni di cava, per il ritrovamento subacqueo fortuito di un contrappeso di stadera in bronzo e per la presenza, lungo parte del tratto occidentale della baia, di un allineamento murario costituito da grossi blocchi parallelepipedi in calcarenite locale. L’allineamento murario si trova a pochi metri dalla battigia e rappresentava, fino all’avvio dei lavori di scavo, l’evidenza archeologica più consistente.